Potrebbe trattarsi di colate laviche nelle quali qualcosa ha lasciato la sua impronta e la forma stessa è impronta di un mistero che è anche origine di un mondo materico e immoto dal quale proveniamo.
Un mondo che ci propone difficoltà come muri di mattoni sovrapposti che portano incisi i nomi delle virtù che possono scalfirli o abbatterli. Le campiture quasi piane entro i confini netti e stondati simili a quelli di un puzzle, nelle tessere cromatiche pacate, sobrie, armoniche e quasi mimetiche di Maria Savino compongono all’improvviso una nuova forma inattesa che erompe nello spazio, generando stupore come nell’urlo di un pesce.